Santi Bestie Maniscalchi

La pubblicazione raccoglie i materiali (storici, iconografici, artistici, musicali, culturali) utilizzati dal Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale di Salbertrand per la creazione della dimostrazione di lavoro "Santi Bestie Maniscalchi" nel Settembre 2004.

Indice dei contenuti:

  • Un laboratorio permanente di ricerca teatrale
  • Un dipinto cinquecentesco della parrocchiale di Salbertrand
  • Tre leggende per un santo
  • Finestre a croce: oltre al significato simbolico
  • Una finestra impossibile
  • Lä "bèstiä". Cavallo e mulo nel mondo contadino del passato
  • Breve storia della mascalcia
  • Il maniscalco, äl maneicha
  • Riflessioni intorno al paesaggio sonoro del maniscalco
  • Danze e canti della tradizione orale locale
  • Il lavoro dell'attore

La pubblicazione è stata possibile grazie all'intervento di:

  • Comunità Montana Alta Valle Susa
  • Provincia di Torino
  • Comune di Salbertrand (TO)

Santi bestie e Maniscalchi

La pubblicazione può essere richiesta
all'Associazione ArTeMuDa:
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tel: 0122-901308

Dall'introduzione dell'Assessore alle lingue minoritarie Massimo Garavelli:

In questi anni la Comunità Montana Alta Valle Susa, attraverso l'Assessorato alle lingue minoritarie ed alle tradizioni locali, si è impegnata a fondo nel tentativo di recuperare e promuovere tutti gli aspetti culturali che hanno caratterizzato, fino in tempi ancora recenti, la vita delle popolazioni alpine del suo territorio. I campi di intervento sono stati i più svariati, dall'aspetto linguistico a quello della cultura materiale, dal patrimonio architettonico a quello ambientale. In questa pubblicazione l'aspetto che si vuole privilegiare è quello del gesto, inteso come teatralità, indirizzato alla riproposta delle conoscenze e delle ritualità collegate alla vita di montagna che oggi va lentamente ricoprendosi di una patina di oblio, che tende a trasformarsi in colpevole dimenticanza. Credo quindi fermamente che questa sperimentazione e ricerca portata avanti dall'Associazione Culturale ArTeMuDa sia da considerare un esempio di impegno, anche socializzante, di come con pochi mezzi, ma con grande volontà e capacità ci si batta, anche in questo campo, per evitare che sulla nostra cultura e sul senso di identità che consegue cali il sipario, questa volta non teatrale, della incosapevolezza ma non incolpevole cancellazione delle nostre radici.

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