ArTeMuDa piange la scomparsa di Elena Ottolenghi Vita Finzi, per diversi anni componente del Comitato Direttivo della Sezione ANPI Chiomonte Alta Valle Susa. Elena, classe 1929, era stata estromessa da scuola all’età di 10 anni a causa delle scellerate leggi razziali del 1938 che impedivano alle persone di religione ebraica di insegnare o di frequentare le scuole e le università, di ricoprire incarichi pubblici e poi di esercitare qualsiasi mestiere e di aver proprietà. Con l’occupazione tedesca, seguita alla proclamazione dell’Armistizio, gli ebrei erano destinati alla deportazione in campo di concentramento; per evitarlo, Elena, allora coraggiosissima ragazza quattordicenne, si è rivolta a un impiegato comunale di Torre Pellice, paese nel quale era sfollata con la famiglia. Questo personaggio, che aiutava i Partigiani e i clandestini e del quale solo moltissimi anni dopo Elena potrà conoscere il nome: Silvio Rivoir, farà documenti falsi a tutti i componenti della famiglia permettendo loro di evitare l’Olocausto. Di profonda fede antifascista, Elena ha testimoniato per molti anni, raccontando le discriminazioni delle leggi razziali e la Shoà nelle scuole, insieme all’amato comandante Partigiano Cesare Alvazzi del Frate.
ArTeMuDa le aveva dedicato il video SE AVESSIMO SAPUTO, creato in occasione della Giornata della Memoria 2021, per ricordare le vittime dell’Olocausto. Abbiamo raccontato le vicende di Elena Ottolenghi, giovane studentessa a cui è stato proibito di frequentare la scuola dopo l’entrata in vigore delle Leggi Razziali del settembre 1938. Il racconto di Elena Ottolenghi, nata a Torino il 28 ottobre 1929, è stato raccolto nel 2007, durante un incontro con il Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale di Salbertrand (TO).