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Cinema in Valle 2013

RASSEGNA CINEMATOGRAFICA IN VALLE DI SUSA

2-4 AGOSTO 2013

La rassegna è realizzata nell’ambito della Stagione I-DEE

Descrizione

L’Associazione ArTeMuDa, nell’ambito della Stagione I-DÉE, nata per festeggiare i primi dieci anni di attività, organizza tre appuntamenti cinematografici ad ingresso libero in alta Valle di Susa dal 2 al 4 agosto 2013. Tre proiezioni con inizio alle ore 21,15 in tre location speciali realizzate con la collaborazione dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Tre film che hanno legami con la Valle di Susa o con la montagna in generale, luogo di confine, di passaggio e di traffici, leciti o meno leciti.

Si inizierà venerdì 2 agosto a San Colombano (Exilles), nella Piazza della Chiesa con un incontro sul film La legge è la legge diretto da Christian-Jaque. Il film uscito nelle sale nel 1958 racconta il rapporto tra il doganiere francese Pastorelli (interpretato da Fernandel) e il contrabbandiere napoletano Giuseppe (interpretato da Totò); entrambi vivono nel paese di confine italo-francese di Assola che nella realtà non esiste (il film fu girato interamente in Molise), né esiste una situazione di comuni urbanisticamente contigui alla frontiera italo-francese, data la presenza delle Alpi e la difficoltà materiale che ivi possano sorgere centri abitati così contigui e pianeggianti.

Il secondo appuntamento in programma è fissato per sabato 3 agosto presso la scalinata della chiesa di Bousson (Cesana Torinese) con la proiezione del film di Fuga in Francia. Il film diretto da Mario Soldati nel 1948 ed interpretato da Folco Lulli e Pietro Germi è ambientato in Piemonte quando la guerra appena finita. Un criminale fascista su cui pende una taglia cerca di espatriare clandestinamente insieme al figlio, un bambino di dieci anni. Soldati riproduce con attenzione la realtà fisica dei luoghi attraversati dal protagonista e dal figlio nel loro breve viaggio, da Moncalieri (alle porte di Torino), a Oulx in Valle di Susa, allo Chaberton, al Moncenisio. In questi pochi chilometri il regista riesce a raccontare la vita del personaggio e quella dei suoi antagonisti, inserendoli in un territorio ben caratterizzato storicamente e culturalmente. Il dialetto, le canzoni di montagna, i racconti della gente nelle osterie conferiscono verità e vivacità a tutta la vicenda.  “Fuga in Francia non è il soggetto che volevo fare io. […] È stato un soggetto rimediato, arrangiato alla meglio, perché noi avevamo chiesto al produttore, che era Ponti, che ci mandasse, io, Flaiano e Musso, i tre sceneggiatori, a stare due mesi a Bardonecchia a inventare il soggetto, e a scriverlo. In fondo si trattava non so, di pagare alloggio e vitto a tre persone per due mesi. Non era niente, il produttore non si è sentito di fare questa spesa, e noi abbiamo dovuto inventare il soggetto alla meglio. E quando poi siamo andati a Bardonecchia per controllare quello che avevamo scritto, naturalmente era troppo tardi, e gli elementi avrebbero dovuto essere altri; un poco di quegli elementi che noi avevamo scoperto o avremmo voluto scoprire sono stati infatti adottati da Germi, il quale assunto da me come attore, venne a Bardonecchia e lì pensò, e scrisse: Il cammino della speranza, o almeno l‘ultima parte del Cammino della speranza: gli emigranti che passano la frontiera; per questo, concludo col dire che anche Fuga in Francia è stato il frutto di un compromesso e anzi direi di un grave, pesante compromesso. Mario Soldati.

La rassegna si concluderà domenica 4 agosto nella Piazza del Comune di Exilles con la proiezione di Bertoldo, Bertoldino e… Cacasenno di Mario Monicelli. Il film vede la partecipazione di Ugo Tognazzi, Lello Arena, Maurizio Nichetti e Alberto Sordi e si articola in diversi episodi ambientati alla corte del re Alboino, in Italia nell’anno Mille: il contadino burlone Bertoldo alterna argute frecciate e preziosi consigli al suo re, il suo imbranatissimo figlio Bertoldino compie scempiaggini di tutti i tipi, mentre fra’ Cipolla da Frosolone organizza truffe e imbrogli. Tra i set del film diretto da Monicelli nel 1984, anche il Forte di Exilles. Avevo letto fin da ragazzo il racconto di Croce Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno. Mi piaceva l’ambiente: la capanna miserabile di Bertoldo, la povertà dei contadini, da una parte, e l’ambiente della corte regale dall’altro, così immaginifico. L’uno più alla Brueghel, l’altro alla Perrault. Mi piaceva il rapporto che s’instaura tra il potere e il cittadino comune in quel libro. […] Dal punto di vista delle immagini volevo fare qualcosa che fosse privo di prospettiva, come in certi dipinti precedenti Paolo Uccello, con tutti i rapporti cambiati tra personaggi e quello che c’è intorno. Volevo dargli quel tono favolistico semplice ed elementare proprio della favolistica italiana, che è molto bella e a cui non siamo abituati. Mario Monicelli.

Informazioni aggiuntive

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