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Compagna Poesia

Reading basato sulle poesie di Roque Dalton, poeta salvadoregno

Testi da "Il cielo per cappello" di Roque Dalton, a cura di Emanuela Jossa e Irene Campagna (Multimedia Edizioni)

Con Luciana Accomasso, Roberto Micali, Stephanie Renard, Roberta Riccobene

Descrizione

Una lettura corale per scoprire l’opera di Roque Dalton García (San Salvador, 14 maggio 1935 – Quezaltepeque, 10 maggio 1975), poeta, giornalista e rivoluzionario salvadoregno.

Repliche

Informazioni aggiuntive

Roque Dalton nasce a San Salvador nel maggio del 1935 a tre anni di distanza dall’eccidio che segna l’inizio delle dittature militari nel Salvador. Entra nel Partito Comunista e a causa del suo impegno politico subisce tre arresti, uno dei quali prevedeva la condanna a morte. Si dedica precocemente alla poesia e riceve per tre volte il Premio Centroamericano di Poesia assegnato dall’Università del Salvador. La sua poesia ironica, irriverente, erotica, sociale e rivoluzionaria è per lui una compagna di lotta: in questo modo, esemplifica la piena identificazione di vita e arte, senza mai cedere all’autocompiacimento grazie al suo rinomato humor poético e esistenziale.
Costretto a lasciare El Salvador a causa della sua attività politica, Roque Dalton sceglie come seconda patria Cuba. Nel 1969 riceve il Premio Casa de las Américas per il libroTaberna, y otros lugares.
Negli anni ’70, periodo molto fecondo per la scrittura, Roque Dalton matura la necessità della lotta armata e decide quindi di entrare nella guerriglia del suo paese. Sulle montagne del Salvador, se ne va Roque Dalton con la sua penna e il suo fucile. Da guerrigliero muore il poeta, ma non è il nemico ad ucciderlo. Sono i suoi stessi compagni di lotta a premere il grilletto nel maggio del 1975…

Tra le opere principali di Roque Dalton ricordiamo: La ventana en el rostro; El turno del ofendido; Los testimonios; Taberna, y otros lugares; Un libro levemente odioso; Las historias prohibidas del Pulgarcito; Poemas clandestinos; Pobrecito poeta que era yo….(romanzo).

(Dal sito di Casa della Poesia)

POESIA D’AMORE

I salvadoregni? Eh, i salvadoregni…

Quelli che ampliarono il Canale di Panama

quelli che ripararono la flotta del Pacifico

nelle basi della California,

quelli che marcirono nelle galere di Guatemala,

Messico, Honduras, Nicaragua,

perché ladri, contrabbandieri, truffatori,

affamati,

quelli sospettati sempre di tutto,

quelli che riempirono i bar e i bordelli

di tutti i porti e le capitali della zona,

i seminatori di mais in piena selva straniera,

i re della cronaca nera,

quelli che nessuno sa mai di dove siano,

i migliori artigiani del mondo,

quelli che furono imbottiti di piombo attraversando la frontiera,

quelli che morirono di malaria

o per il morso dello scorpione o della barba amarilla 

nell’inferno dei bananeti,

quelli che piangono ubriachi per l’inno nazionale

sotto il ciclone del Pacifico o la neve del nord,

i braccianti, i mendicanti, i fumatori di marijuana,

i salvadoregni figli di puttana,

quelli che a stento riuscirono a tornare,

quelli che hanno avuto un po’ più di fortuna,

gli eterni irregolari,

i faccioditutto, i vendo tutto, i mangioditutto,

i primi a tirar fuori il coltello,

i tristi più tristi del mondo,

i miei compatrioti,

i miei fratelli.