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Carnavà d’lu Gueini

Testi e Regia: Renato Sibille

Con la partecipazione degli attori del Laboratorio di Ricerca Teatrale di Salbertrand, gli abitanti di Salbertrand, Gruppo Giovani di Salbertrand

Musica popolare eseguita dai Paranaperde

Musica bandistica eseguita dalla Banda Musicale Alta Valle Susa

Montaggio: Giulio Pedretti

Anno di produzione: 2006

DISPONIBILE IN DVD

Descrizione

Sfilata notturna delle maschere del carnevale tradizionale alto-valsusino, dalla richiesta di ingresso nel centro abitato da parte del personaggio del carnevale all’anziano della comunità fino alla vendita in piazza di merci bizzarre da parte dei mercanti, al rituale dell’aratura della neve per terminare con il processo al carnevale, la lettura del suo testamento e la condanna al rogo.

Un tamburino attraversa il paese per richiamare la gente e avvertire dell’imminente inizio del corteo carnascialesco. Davanti alla cappella di San Rocco si forma il corteo con le maschere e i musici, seguiti dai carri. All’ingresso della via principale il corteo incontra un anziano del paese. Il Carnevale, che guida il corteo, chiede il permesso di passaggio. Un personaggio che rappresenta il doppio grottesco dell’Anziano traduce le parole in lingua occitana di quest’ultimo. Avuto il permesso di passare, inizia la musica e il corteo procede a tappe di ballo e bevute fino al Mai, la piazza principale di Salbertrand. I ragazzi di Salbertrand fanno saltare i fantocci del Gro e del Pchì Carnavà. Gli Arlecchini rubacchiano qua e là borse, giacche, oggetti. Medico e Siringaire distribuiscono medicine miracolose (per lo più zuccherini sotto spirito, alimenti piccanti e alcolici vari). Smette la musica e il Sindaco si affaccia al balcone del municipio in pompa magna. Lo affiancano la sua segretaria e un carabiniere. Il carabiniere spara un colpo di fucile. Dopo un ballo e una bevuta, si fanno largo tra la folla due mercanti. Aprono i sacchi e dispongono la mercanzia in bella vista. Cominciano ad offrire mirabolanti invenzioni e preziosissime merci finché non vengono cacciati. Si fanno largo due mucche che trainano un aratro. L’aratore cerca di far muovere, non sempre con successo, gli animali. Dietro al gruppo il Seminaire (il Vecchio) accompagnato dalla Vecchia  sparge cenere mista a sabbia. Due bambini sarchiano e richiudono il solco. Compare la Minajeä, con una cesta al braccio, dalla quale prende leccornie che nascondono pepe, peperoncino, aglio, mostarda, ecc. La Menajeä cerca di dar da bere all’aratore con un secchio e agli animali con un fiasco. La banda riprende a suonare e il corteo si rimette in moto. Nella piazza della stazione viene celebrato il processo al Carnevale. Il giudice suona una campana da vitello e batte sul tavolo con una grossa mazza di legno e invita a fare silenzio. Il carabiniere spara un colpo in aria e poi, accompagnato dagli arlecchini, rincorre il Carnavà, lo acchiappa e lo conduce davanti al giudice. Il Carnevale, sentite accusa e difesa, viene condannato al rogo e legge il suo testamento. Il prete dà l’estrema unzione al Carnevale. Il Carnevale è ammanettato con un collare da vitello ed è condotto via dal Carabiniere mentre i ragazzi di Salbertrand incendiano il Fantoccio del Grande Carnevale; si suona e si balla attorno al fuoco. I giovani di Salbertrand saltano sul rogo. Dopo un po’ fa la sua apparizione la Careimä con una lanterna, catenacci e campanacci e balla intorno al fuoco cacciando tutti e ponendo termine ai festeggiamenti.

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